Facile come bere un bicchier d’acqua
Chiunque possiede un dispositivo informatico e necessita di risposte immediate, nel 99% dei casi interpellerà i motori di ricerca, tra cui primeggia Google. La pagina bianca con la scritta colorata al centro deve la sua fama, oltre alla sua sapienza, anche al costante aggiornamento in base alle esigenze dei fruitori di tutto il mondo. Al momento, ad esempio, si cerca principalmente da dispositivi mobile. Pertanto Google si sta adeguando con numerose modifiche che ci aiuteranno ad ottenere proprio ciò che vogliamo, come e quando lo desideriamo. Per fare ciò, anzitutto adatterà i risultati in base alla velocità dello smartphone da cui viene utilizzato e privilegerà testi brevi a discapito di lunghe frasi esplicative. Ma questo è solo uno dei cambiamenti in corso d’opera, di cui tenteremo di riassumere i più significativi.
Dal desktop al mobile
Ciò che in molti non sanno è che il saggio colosso, sin dalla nascita, non ha mai smesso di mutare: basta pensare che oggi cambia i suoi algoritmi ben 5 volte al giorno e noi neanche ce ne accorgiamo. Un’ultima variazione, però, è stata evidente a chi è avvezzo alla sezione “immagini”. Qui è scomparso il tasto che consentiva di aprire la foto in un’altra scheda e sono apparsi altri pulsanti per salvare e condividere la stessa. Ma a Google adesso interessano più che altro i dispositivi mobile, a cui sta destinando le sue strategie aziendali; fino a poco tempo fa i servizi migliori li offriva solo agli smartphone a marchio, ma non è più così. Google Lens è disponibile anche per iOs e Android ed è un software che riconosce oggetti tramite la fotocamera del cellulare. Già da anni viene utilizzato per la lettura dei famosi QR code (codici a barre digitali) e a breve si potrà anche trascrivere e tradurre un testo fotografato o riconoscere oggetti presenti nelle foto, come opere d’arte o animali di cui si vuol approfondire la conoscenza.
Dal testo al video…
Secondo recenti studi sulle ricerche globali risulta che il web si interpella spesso con il “come si fa”, “come è fatto”, “che cos’è” e simili. Google, per adeguarsi anche a questo comportamento, risponderà sempre più spesso con video esplicativi a discapito di pagine testuali. Utile per i più pigri, per quanto potrebbe dilungare i tempi di un più immediato impatto con le prime righe di Wikipedia, ma forse c’è il trucco dietro tale decisione… tipo che il gigante del web è proprietario anche di Youtube?! D’altronde sarebbe da ipocriti credere che le scelte di Google non siano dettate in parte anche da interessi personali. Tant’è che metterà in difficoltà anche chi lavora nel settore informatico e si illude sia sufficiente un buon utilizzo delle parole chiave per ottenere un’ottima indicizzazione. Infatti, tra le ultime scelte c’è quella di prediligere contenuti di qualità e privi di ridondanti ripetizioni (tra cui, appunto, le key words).
… e all’audio
Anche il suono avrà la sua parte da protagonista in questo mutamento generale. La velocizzazione della vita a cui siamo sottoposti nel quotidiano ci porterà, col tempo, a cercare sempre più tramite comando vocale e non più digitando i termini di cui cerchiamo risposte. Google si sta adeguando anche a questo e, per quanto già da anni concede la ricerca vocale, si sta migliorando in materia tralasciando lo scritto. Il contro? Per far sì che funzioni ottimamente, una volta attivato Google Search registra qualsiasi cosa capta dal nostro dispositivo mobile. In tal caso è ovvio che la privacy viene meno. Oltre ad invadere i nostri momenti più intimi (attenti quando andate in bagno!), causerà un aumento di pubblicità push in base alle parole che pronunciamo.
Tutto a portata di dito
Nel complesso Google mira all’ottimizzazione di contenuti e modalità di risposte, ma ha scelto di modificare anche l’aspetto grafico. La versione mobile seguirà il “material design approach”, l’approccio visivo anticipato dai sistemi operativi Android Lollipop, il cui obiettivo è quello di rendere i comandi informatici più simili ad entità materiali. In pratica sarà come tornare indietro nel tempo, a quando abbiamo sviluppato i 5 sensi con i giochi da infanti. Sempre per quanto riguarda la facilità di fruizione, l’ultimo aggiornamento in merito è appena giunto in America e noi italiani dovremmo attendere ancora un po’. Si tratta di un’estensione per l’iMessage Apple con cui si potrà continuare a chattare con i propri amici. E in contemporanea, cercare informazioni relative l’argomento di cui si sta discorrendo o contenuti correlati (come video), cercare luoghi di interesse nelle vicinanze (come ristoranti) o copiare e incollare collegamenti esterni trascinandoli direttamente sulla chat.
Tante, forse troppe, le cose a cui dovremmo abituarci in breve tempo.
Ma è più semplice di ciò che può sembrare e, per ulteriori semplificazioni, potete contare su di noi della KuboWeb.